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| IDG950903469 | |
| 95.09.03469 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
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| Santacroce Giorgio
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| La delimitazione della categoria dei reati ministeriali tra
interpretazione e legge costituzionale di riforma
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| Nota a Cass. sez. un. pen. 20 luglio 1994
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| Giust. pen., s. 7, an. 100 (1995), fasc. 3, pt. 3, pag. 130-136
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| (Bibliografia: a pie' di pagina o nel corpo del testo)
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| D02138
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| La Cassazione affronta per la prima volta compiutamente, afferma l'
A., il problema della identificazione dei confini della controversa
categoria dei "reati ministeriali", fornendo la sua interpretazione
della locuzione "reati commessi nell' esercizio delle loro funzioni",
che l' art. 96 Cost. (dopo la modifica contenuta nell' art. 1 l.
cost. 1/1989) impiega per delimitare la categoria degli illeciti
penali ascrivibili ai titolari degli uffici di Presidente del
Consiglio o di ministro. L' A. approfondisce l' esame di alcune
questioni alla luce delle soluzioni accolte dalle sezioni unite, per
quanto riguarda la nozione di "reato ministeriale" e l' ambito di
tale categoria di reati. Viene esaminato anche il procedimento dell'
autorizzazione a procedere. Le finalita' della riforma di trattare i
ministri come tutti gli altri cittadini contrasta con la permanenza
di questo filtro che, per ampiezza e indeterminatezza, si presta a
possibili abusi. Non e' da escludere che l' inciso "con valutazione
insindacabile" contenuto nell' art. 9 l. cost. 1/1989, che e'
sicuramente confermativo della natura politica e non
tecnico-giuridica del potere esercitato dal Parlamento, possa dar
luogo ad un conflitto di attribuzioni avanti la Corte Costituzionale.
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| art. 96 Cost.
art. 1 l. cost. 16 gennaio 1989, n. 1
art. 9 comma 3 l. cost. 16 gennaio 1989, n. 1
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