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218296
IDG951503886
95.15.03886 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
Balestra Luigi
Sulla rilevanza della convivenza "more uxorio" nell' ambito dell' impresa familiare
Nota a Cass. sez. lav. 2 maggio 1994, n. 4204
Giur. it., an. 147 (1995), fasc. 5, pt. 1A, pag. 845-848
(Bibliografia: a pie' di pagina o nel corpo del testo)
D30128
La sentenza, affrontando la questione relativa all' applicabilita' al convivente "more uxorio" della disciplina di cui all' art. 230 bis c.c., afferma che, per un verso l' art. 230 bis, in quanto norma eccezionale rispetto alle norme generali in tema di prestazioni lavorative, non e' suscettibile di applicazione analogica e, per l' altro verso, e' manifestamente infondata la questione di legittimita' costituzionale dell' art. 230 bis nella parte in cui non prevede il convivente "more uxorio" tra i soggetti tutelati. E cio' non solo perche' il matrimonio pone a carico dei coniugi precise conseguenze, mentre la convivenza e' una situazione di fatto caratterizzata da precarieta', ma anche e soprattutto perche', ritengono i giudici, la figura del coniuge e' l' unica, a tutt' oggi, riconosciuta dal diritto. Secondo l' A. queste affermazioni non possono essere condivise. Richiamato il dibattito relativo alla rilevanza giuridica della famiglia di fatto, l' A. ritiene che, in attesa dell' ammissibilita' di una impresa familiare fondata sulla famiglia di fatto, appare sostenibile la possibilita' di procedere all' applicazione analogica della disciplina di cui all' art. 230 bis c.c.
art. 230 bis c.c.



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