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| IDG951504932 | |
| 95.15.04932 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
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| Pugliese Maria Carmela
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| Disciplina comunitaria e direttive CEE non recepite: i rimedi della
giurisprudenza ai puntuali ritardi del legislatore italiano
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| Nota a CGCE 14 luglio 1994 (causa C-91/92)
Trib. Bologna 16 marzo 1994
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| Giur. merito, an. 27 (1995), fasc. 3, pt. 1, pag. 460-463
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| (Bibliografia: a pie' di pagina o nel corpo del testo)
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| D87009
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| Il mancato recepimento di una Direttiva CEE da parte dello Stato
membro genera un vuoto normativo che pone in essere una serie di
interrogativi legata a ragioni di diritto intertemporale. In tema di
contrattazione "porta a porta" i sette anni di inadempimento del
legislatore italiano nel recepire la Direttiva CEE 85/577 hanno
indotto l' opera ermeneutica della giurisprudenza a sostituirsi all'
organo deliberante per rimediare e colmare la lacuna insorta. Sicche'
al principio della generalizzata applicazione in senso orizzontale
della Direttiva, purche' specifica e dettagliata, sostenuto dai
giudici italiani, si e' contrapposto quello dei giudici comunitari di
un piu' limitato campo operativo della stessa, ristretto alle
controversie insorte fra privato cittadino e Stato di appartenenza.
Di tale contrasto giurisprudenziale ne e' testimonianza l' esistenza
di decisioni difformi che in un caso hanno consentito il ricorso al
diritto di recesso previsto nella Direttiva 85/577, anche se non
attuata, in deroga al disposto dell' art. 1372 c.c., (vedi Tribunale
Bologna 16/03/1994) mentre nell' altro ne hanno negata l'
applicazione con soccombenza del richiedente nel giudizio (vedi Corte
di Giustizia 14/07/1994).
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| art. 1372 c.c.
Dir. CEE 85/577
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