| Il lavoro tratta, nella sua prima parte, dei problemi di legittimita'
costituzionale posti dalla disciplina del rimedio restitutorio
prevista dall' art. 184 bis introdotto dalla l. 353/1990 di riforma
del processo civile, esaminati con riferimento, da un lato, al
complessivo assetto delle preclusioni nel nuovo rito ordinario, dall'
altro, alla disciplina generale dei termini processuali civili.
Premessa l' individuazione di una serie di situazioni problematiche
concernenti la posizione processuale del convenuto, la trattazione
pone in evidenza i vuoti di tutela che la norma presenta nella sua
formulazione letterale, quindi procede ad una rassegna critica delle
soluzioni interpretative offerte della dottrina piu' attenta,
giungendo conclusivamente ad affermare la parziale
incostituzionalita' dell' art. 184 bis per violazione dell' art. 24
Cost., stante la sua natura eccezionale che comporta, di conseguenza,
il divieto di interpretazione analogica. Seguono alcune
considerazioni sulle possibili conseguenze pratiche dell'
applicazione dell' istituto cosi' configurato sul corretto
funzionamento del meccanismo processuale riformato. Nella seconda
parte, il lavoro affronta la tematica del procedimento di rimessione
in termini, trattando congiuntamente le ipotesi previste dagli artt.
184 bis e 294 c.p.c., pur tenendo conto delle peculiarita' delle
rispettive fattispecie, ed evidenziando alcuni aspetti problematici
concernenti il coordinamento e l' armonizzazione della disciplina
procedimentale del procedimento restitutorio, rimasta invariata nella
sua regolamentazione pre-riforma, con alcune disposizioni novellate.
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