| Gli obiettivi del d.lg. 127/1991 si prefiggeva di raggiungere possono
essere sintetizzati nel miglioramento della comparabilita' dei
bilanci delle imprese italiane, nell' armonizzazione a livello
europeo delle normative sul bilancio (punto fondamentale per le
strategie di globalizzazione e di internazionalizzazione), nell'
innalzamento della trasparenza e della rappresentazione corretta
della situazione economico-finanziaria dell' impresa. La prassi
aziendale significativa, ravvisata in questo contesto nei
comportamenti delle societa' quotate soggette alla revisione e
certificazione di bilancio e dunque al vaglio della CONSOB, alla
prima applicazione diffusa del d.lg. 127/1991 propone numerosi spunti
per la riflessione sul grado di raggiungimento degli obiettivi sopra
enunciati. Dall' esame dei bilanci di esercizio di un campione
significativo di societa' quotate, emerge che il grado di
comparabilita' fra bilanci e' molto basso, poiche' le imprese hanno
interpretato la legge in modo discrezionale, talvolta il confine
della correttezza, talvolta sperimentando sul campo soluzioni
colmando vuoti legislativi. Ne deriva un coacervo di comportamenti
contabili in termini di rappresentazione dei fatti aziendali a volte
inconciliabili fra di loro: a titolo esemplificativo, la nozione di
ordinario e straordinario accolta varia da azienda ad azienda, cosi'
come il trattamento dell' obbligo di "disclosure" e' interpretato
variamente, con oscillazioni che vanno da annotazioni generiche, con
l' impiego disinvolto della posta "altri" senza ulteriore
disaggregazione, alla meticolosa analisi di poste marginali. L'
attuazione degli obiettivi di uniformita' e comparabilita' fra
bilanci e' pertanto ancora lontana.
| |