| 220759 | |
| IDG950306349 | |
| 95.03.06349 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
| |
| Miranda Gonzalo
| |
| I problemi etici dell' eutanasia nell' Enciclica "Evangelium Vitae"
| |
| | |
| | |
| | |
| | |
| | |
| Med. mor., an. 45 (1995), fasc. 4, pag. 719-736
| |
| (Bibliografia: a pie' di pagina o nel corpo del testo)
| |
| D51850; F4252; D9232
| |
| | |
| | |
| | |
| | |
| Nel difficile ma necessario dialogo della Chiesa con la cultura
predominante sul problema dell' eutanasia il primo compito e' quello
di chiarire il concetto. L' Enciclica di Giovanni Paolo II presenta
una definizione incentrata su un elemento che e' essenziale per il
giudizio etico: la volonta' di chi agisce di procurare la morte di
chi soffre, sia attraverso un' azione sia attraverso un' omissione.
Un secondo problema importante e' quello del giudizio etico sul
suicidio, dal punto di vista religioso che sulla base della
comprensione razionale della persona come un bene per se' e per gli
altri del quale non si e' assolutamente padroni, si puo' capire che
il decidere e tentare la propria morte e' in se' un' azione
irragionevole, e cioe' immorale. Proprio per questo, l' eutanasia e'
anche irragionevole e immorale: non si deve collaborare a quella
"sconfitta esistenziale" che e' la decisione di farla finita con la
propria vita. L' A. riflette poi sul concetto di "dignita' della
vita" e di "morte degna", sottolineando che chi proclama il diritto
alla morte degna di un malato terminale o cronico lo fa sulla base
della comprensione implicita della dignita' della vita di quella
persona, anche se a parole dice che quella non e' piu' una vita
degna. Aiutare a morire degnamente la persona che soffre significa
soprattutto aiutarla a morire in modo umano, vale a dire nella matura
accettazione della propria condizione umana e nello sforzo di dare un
senso alla propria sofferenza, mentre si tenta nei modi possibili e
leciti di alleviarne la sofferenza, sia fisica che psicologica e
spirituale. L' eliminazione della persona, con un' azione od una
omissione, e' indegna della persona che viene eliminata e di quella
che realizza quella azione, anche se mossa da un senso di (malintesa)
pieta'.
| |
| Enciclica Giovanni Paolo II "Evangelium Vitae" 25 marzo 1995
| |
| Ist. per la documentazione giuridica - Firenze
| |