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32695
IDG841301725
84.13.01725 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
Messina Sebastiano
Perche' Bozzi e i partiti bocciano il "progetto Miglio". Non e' il governo forte l' obiettivo finale della Grande Riforma
Convegno di studiosi sul tema delle riforme istituzionali, Padova, maggio 1984
Repubblica, an. 9 (1984), fasc. 124 (27 maggio), pag. 5
(testo con illustrazioni)
D021; D0211; D0213
(Sommario: La stabilita' dell' esecutivo va imposta per legge? Democristiani, socialisti e comunisti si confrontano in un dibattito all' universita' di Padova)
(Titoletti: Un ritratto ammonitore. Masse e sudditi)
Nel corso del dibattito Gianfranco Miglio (studioso di scienza politica) ha affermato che niente potra' migliorare in Italia finche' verra' mantenuto il sistema parlamentare integrale scelto dai costituenti. Ha sostenuto che il Parlamento italiano e' "iper-rappresentativo", che il compromesso non e' razionale, e che il Parlamento ha il monopolio del potere legislativo. Manca in Italia, secondo Miglio, un Principe che decida, controllato ma non schiacciato dal Parlamento. Di contro Labriola (deputato socialista), pur ammettendo che la situazione e' quella descritta da Miglio, si e' detto convinto che la stabilita' del Governo non la si possa imporre per legge. Anche Gianni Ferrara (deputato della Sinistra Indipendente) si e' espresso contro le tesi di Miglio.
Rassegna stampa a cura di: G. Ipsevich, S. Stoppoloni, E. Zampetti



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