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32818
IDG841301848
84.13.01848 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
Arlacchi Pino; (a cura di Redazione)
Lo Stato manca la mafia campa
Intervista
Borghese, an. 35 (1984), fasc. 18 (29 aprile), pag. 1101-1102
(testo con illustrazioni)
D51310
(Sommario: Parla il sociologo Pino Arlacchi)
L' A. ricorda che in passato l' uomo di mafia rappresentava valori e comportamenti largamente condivisi dalla popolazione, tanto piu' che il mafioso si definiva come uomo d' onore. La radice della popolarita' del mafioso nasceva dal fatto ch' egli rappresentava un potere politico e sociale in una societa' in condizioni di anarchia e disgregazione. Con il fascismo, la strategia del prefetto Mori venne appoggiata dalla massa perche' lo Stato appariva piu' forte della mafia. Alla domanda se l' imprenditorialita' mafiosa possa oggi essere sostenuta come forma di opposizione al "colonialismo" del nord, l' A. risponde che bisogna rivedere tutta la questione dei rapporti fra nord e sud, perche' non si cada in forme di vittimismo e di alibi diffuse anche presso le classi dirigenti. Queste, infatti, cercano di nascondere le proprie responsabilita', attribuendo il fallimento della politica economica alla cattiva volonta' del nord.
Rassegna stampa a cura di: G. Ipsevich, S. Stoppoloni, E. Zampetti



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