| L' A. commenta la sentenza che ha concluso il processo per il "7
aprile", rilevando in primo luogo che i processi sono oggi inutili,
in quanto servono solo a confermare le affermazioni del giudice
istruttore. Le pesanti condanne inflitte hanno carattere tipicamente
politico, in quanto nei confronti degli imputati non sono state
trovate prove di reati, ma solo l' appartenenza a Potere Operaio o ad
Autonomia; in qualche caso, si e' dato retta alle accuse dei pentiti,
mentre i testimoni hanno riconosciuto qualche imputato solo per
violenza alle cose; in definitiva, l' onere della prova non e' stato
neanche preso in considerazione. Gravissimo e' poi il fatto che gran
parte dell' accusa si reggesse su Carlo Fioroni, che pero' e' mancato
al confronto processuale grazie alle autorita' statali. In ossequio a
quanto detto in un documento recentemente redatto da 36 magistrati,
viene cosi' prorogato in eterno il periodo dell' emergenza e viene
rinviata a data da destinarsi la tanto auspicata riconciliazione. Il
tutto con il beneplacito del Governo e del Parlamento, nonche' del
PCI che ha definito questa sentenza equilibrata, dimenticando le
proprie lotte per lo Stato di diritto.
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