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| IDG841302010 | |
| 84.13.02010 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
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| Redazione
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| Stipendi dei giudici. La Cassazione dichiara guerra al Governo
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| Paese sera, an. 35 (1984), fasc. 149 (1 giugno), pag. 2
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| D0230
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| (Sommario: Bocciato il ricorso contro la sentenza del Consiglio di
Stato. Le ripercussioni in Parlamento)
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| La Corte di Cassazione a sezioni unite ha deciso di confermare la
sentenza del 6 dicembre 1983 del Consiglio di Stato in materia di
retribuzioni ai magistrati, sentenza che era stata impugnata dal
Governo. Vengono riferite alcune ripercussioni a questa decisione
della Corte di Cassazione. Negli ambienti giudiziari si fa rilevare
che non si e' aperto alcun conflitto di competenza fra poteri dello
Stato, ossia che l' Ordine giudiziario legiferi al posto del
Parlamento. La Corte di Cassazione ha inteso confermare la competenza
esclusiva del Consiglio di Stato a giudicare in materia di pubblico
impiego. Secondo il senatore comunista Luciano Violante, al
contrario, la sentenza in questione "segna un grave conflitto fra gli
alti gradi della Magistratura e il Governo". Il senatore
democristiano Giorgio De Giuseppe, vicepresidente del Senato, rileva
il contrasto fra i provvedimenti di riduzione della scala mobile e il
provvedimento governativo che prevede "vertiginosi aumenti ai
magistrati", per adeguare la normativa alle decisioni adottate con
"giurisdizione domestica" della Magistratura in materia di stipendi e
arretrati. "Sarebbe piu' opportuno - ha affermato il parlamentare -
che il Parlamento si disinteressasse della questione, lasciando che i
magistrati si prendano arretrati e stipendi a propria decisione".
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| Rassegna stampa a cura di: G. Ipsevich, S. Stoppoloni, E. Zampetti
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