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| IDG841302091 | |
| 84.13.02091 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
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| Mereu Italo
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| La progettata riforma del processo penale non intacca il potere
anomalo del Pubblico Ministero. Ma l' accusa non si ricusa
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| Sole, an. 120 (1984), fasc. 135 (8 giugno), pag. 6
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| D6030; D68
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| L' A. richiama due episodi di "astensione del giudice", per svolgere
una riflessione sull' istituto dell' astensione e della ricusazione
di cui agli artt. 61-69 c.p.p.. Mentre il giudice puo' essere
ricusato, non puo' esserlo il P.M. in base all' art. 73 c.p.p..
Secondo l' A., questa normativa consente, in pratica, un "sistema
accusatorio all' italiana", cioe' la trasformazione della c.d.
"accusa pubblica" in potere autonomo, il "potere accusatorio", senza
alcuna possibilita' di verifica e di controllo da parte di nessuno.
L' A. accosta questa posizione del P.M. alla c.d. "giustizia
economica" o "giustizia domestica", affidata all' arbitrio
sostanziale del magistrato senza formalita' o prescrizioni rituali da
assolvere. Proprio in base alla "giustizia domestica" i giudici si
sono attribuiti congrui aumenti di stipendio decidendo dell'
applicazione da dare alle leggi che trattano delle loro retribuzioni,
fornendo l' interpretazione piu' consona ai propri interessi.
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| art. 61 c.p.p.
art. 69 c.p.p.
art. 73 c.p.p.
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| Rassegna stampa a cura di: G. Ipsevich, S. Stoppoloni, E. Zampetti
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