| Gino Giugni, presidente della Commissione Lavoro del Senato, come
primo firmatario, ha presentato un disegno di legge sulla
regolamentazione del diritto di sciopero nei servizi pubblici. L' A.,
docente di diritto del lavoro e di diritto comparato del lavoro,
solleva critiche sostanziali, argomentandole giuridicamente, al
progetto in questione. Esso segue la tecnica propria delle
"blankett-normen", facendo completo rinvio ai "codici" di
autoregolamentazione. Nel caso in cui l' esercizio del diritto di
sciopero avvenga senza il rispetto di tale modalita', sono previste
sanzioni ed anche la stessa precettazione. In questa previsione l' A.
ravvisa due anomalie: i limiti all' esercizio del diritto di sciopero
non possono farsi risalire all' inosservanza di questi "codici", che
non sono posti da una norma giuridica, e cio' tenuto conto degli
artt. 39 e 40 Cost.; l' impossibilita' per la legge di produrre gli
effetti voluti in assenza di "codici" di autoregolamentazione o in
presenza di piu' "codici" concorrenti. Altre perplessita' provocate
dal disegno di legge, che l' A. illustra, sono: la conferma della
precettazione, di dubbia costituzionalita', e la procedura di ricorso
al TAR da parte del sindacato; la depenalizzazione prevista solo per
gli artt. 330 e 333 e non generale; la mancanza di chiarezza sul
ruolo delle previste "Commissioni di conciliazione o di indagine".
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