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33260
IDG841302291
84.13.02291 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
Anzani Giuseppe
Processi piu' veloci o nulla cambiera'
Avvenire, an. 17 (1984), fasc. 177 (27 luglio), pag. 5
D6113
L' A. si domanda se la nuova legge che riduce i termini della carcerazione preventiva segnera' una tappa importante per la giustizia penale. Sottolinea il carattere della custodia preventiva, che non puo' avere altra filosofia che quella di una cautela durante il corso processuale: se la cautela puo' esigere la privazione della liberta', non puo' pero' giustificare altre inutili afflizioni, ne' puo' prolungarsi eccessivamente. Osserva quindi che la legge ha tarato la clessidra della giustizia su tempi piu' brevi; questo e' giusto ma, sul piano pratico, sta di fatto che il tempo necessario per esaurire il processo e' ancora lungo, e non si possono conciliare una custodia breve ed un processo lungo. Conclude, pertanto, che il vero nocciolo del problema e' la celerita' del processo, che non si puo' conseguire per legge ma e' in rapporto con il numero dei giudici, gli impacci delle procedure, le risorse tecnologiche e umane che si riflettono sulla potenzialita' di indagine; il problema carcerario degli imputati, infatti, e' oggi la conseguenza della disfunzione processuale.
l. 28 luglio 1984, n. 398
Rassegna stampa a cura di: G. Ipsevich, S. Stoppoloni, E. Zampetti



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