| L' A. ricostruisce il susseguirsi di comunicati e smentite
governative riguardanti l' aspetto del rimborso per coloro che sono
gia' stati liquidati secondo la vecchia normativa sulla tassazione
delle liquidazioni per fine rapporto di lavoro. Un comunicato emesso
al termine del Consiglio dei Ministri, la sera di martedi', diceva
che era prevista la riliquidazione dei lavoratori pubblici e privati
il cui rapporto di lavoro si fosse risolto a partire dal 1974.
Mercoledi' sera la Presidenza del Consiglio diramava una nota nella
quale in sostanza si precisava che non era variato il diverso termine
di prescrizione in vigore per i lavoratori pubblici (10 anni), e per
i privati (18 mesi). Giovedi', un altro comunicato del Ministero
delle Finanze stabiliva che non sussisteva alcuna differenza di
trattamento fra dipendenti pubblici e privati, avendo tempo tutti un
termine di 18 mesi dalla data in cui e' stata operata la ritenuta,
per presentare istanza di rimborso. Stando cosi' le cose, i
beneficiari saranno ben pochi. La vicenda consente all' A. di
affermare, tra l' altro, in un corsivo di seguito, che l' elemento di
maggior rilievo che emerge, non e' tanto l' arroganza del potere,
quanto la confusione. "Comunicati sbagliati, precisazioni, smentite.
Si avverte, piu' che l' arroganza, il degrado delle istituzioni (che
ritroviamo nel Paese reale); il cattivo funzionamento di tutto; l'
abuso di chiarificazioni e di persistenti oscurita'".
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