| L' A., consigliere della Corte di Cassazione e membro del Cons. Sup.
Mag., illustra un quadro della giustizia di crisi cosi' grave per cui
occorrerebbero provvedimenti organici e generali, discussi ed
elaborati sul piano politico da tutte le forze politiche. Non sono
sufficienti, ne' adeguati alla gravita' della situazione i
provvedimenti, anche se positivi, presi di recente a seguito della
buona volonta' e intelligenza del ministro. Altrettanto negativa e'
la situazione carceraria, ne' viene data una risposta adeguata al
terrorismo morente, per chiarire le connessioni con la P2 e la
vicenda Moro, ne' alla grande criminalita' organizzata e al traffico
della droga. Questione decisiva resta, pero', l' intreccio tra
questione morale e questione giustizia. L' A. indica una serie di
processi dai quali sono risultate connessioni e collegamenti tra
mondo burocratico politico e criminalita'. Non c' e' stato nessun
intervento moralizzatore, anzi, sembra che ci sia la volonta' di
"difendere ad oltranza i ladri di Stato e gli uomini pubblici
chiacchierati, e di ingiuriare con velenose insinuazioni i giudici
che li processano o li nominano". Anche a questo proposito l' A.
indica alcuni casi tra cui quello del giudice Carlo Palermo. Questa
situazione lascia sorgere il sospetto che una Magistratura allo
sfascio faccia comodo a troppa gente.
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