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Documento


34469
IDG841303502
84.13.03502 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
Editoriale
Televisione pubblica e privata: fare e lasciar fare
Messaggero, an. 106 (1984), fasc. 236 (31 agosto), pag. 2
D18323; D18322
L' A. osserva come, dopo l' accordo Berlusconi-Retequattro, si sia costituito nel mondo dei network un duopolio classico e, in campo privato, un vero e proprio monopolio nazionale. Nota come la sentenza della Corte Costituzionale del 1976 fosse una sentenza difensiva, mirando piu' a congelare che non a regolamentare, non tenendo conto che bisognava incanalare allora la tendenza ad un sistema misto pubblico-privato con una precisa cornice di garanzie. Si trattava allora non di difendere, bensi' di valorizzare la RAI come impresa di servizi culturali e informativi. Invece i partiti hanno favorito la spartizione e la burocratizzazione dell' ente di Stato sino a farne una non-impresa. E' quindi auspicabile, conclude l' A., che si abbia la volonta' politica per rilanciare come impresa la RAI e per varare alcune grandi regole per l' emittenza privata prima che sia troppo tardi.
Rassegna stampa a cura di: G. Ipsevich, S. Stoppoloni, E. Zampetti



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