| Il "conflitto" insorto tra Magistratura e potere politico sulla
sentenza della Corte di Cassazione in merito al c.d. "caso Naria", fa
sorgere il dubbio che in entrambi i campi, quello politico e quello
giudiziario, vi siano settori per i quali un conflitto di questo tipo
potrebbe aprire la via per giungere, poi, ad una ricomposizione tanto
possibile, sostiene l' A., quanto perniciosa: il compromesso tra una
Magistratura "normalizzata", che accetta, cioe', un "primato della
politica", ma garantita sul piano corporativo, e un potere politico
che, rassicurato sulla sua intangibilita', sarebbe disposto a
concedere molto sul terreno dei privilegi. Esaminata criticamente la
presa di posizione del primo presidente della Corte di Cassazione in
merito alle reazioni politiche alla decisione della Corte, l' A.
sostiene che amministrazione della giurisdizione e governo del
pluralismo sono, invece, i temi sui quali occorre sviluppare il
confronto e l' impegno di rinnovamento. Secondo l' A., una dialettica
tra Magistratura e societa' civile e' pienamente legittima e
costituisce l' altra faccia di una corretta concenzione dell'
indipendenza della prima come pluralismo garantito e non come
separatezza.
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