| L' A. affronta il tema specifico delle scuole confessionali e, in
particolare, quello dell' opportunita' o meno di un loro
finanziamento pubblico. Fa risalire il susseguirsi di proposte
tendenti ad ottenere per via pattizia una sorta di equiparazione
delle scuole confessionali alla scuola pubblica, da quando la scuola
pubblica italiana ha allargato le sue basi strutturali e si e'
proposta come sede di un servizio basato sul confronto pluralista tra
diversi indirizzi ideali e culturali. L' equiparazione funzionale
richiesta comporta, come conseguenza, l' equiparazione finanziaria.
L' A. analizza, quindi, il progetto di legge democristiano in
materia, presentato dopo che e' apparso chiaro che il nuovo
Concordato non avallava gli obiettivi confessionali. L' A. tratteggia
lo stato giuridico del sistema scolastico da esso previsto. In
sostanza, secondo questo progetto, gli istituti privati
diventerebbero insieme detentori di prerogative di autonomia
educativa e di un potere di intervento determinante sulle scelte
statali nella politica scolastica. L' A. si domanda cosa resterebbe
del carattere "privato" della scuola cosi' regolata, e del concetto
di parita' quale delineata dalla Costituzione. Evidenziati il
problema degli oneri finanziari e i rischi di una concorrenza sleale,
l' A. ritiene che solo uscendo da una filosofia e da un' ottica
corporativa e privilegiaria si possono affrontare i problemi veri
della "parita'".
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