| L' A. rileva il permanere della questione meridionale, anche se sono
cambiati i connotati dei suoi problemi. Emergono due elementi: quello
che riguarda il progresso tecnologico, che determina aumento di
produttivita', ma produce disoccupazione, e quello che riguarda,
invece, l' entita' crescente della spesa pubblica, volto a creare
nuova occupazione per far fronte alla disoccupazione. Secondo l' A.
la sfida degli anni '80 consiste nel coniugare il progresso tecnico
con l' allargamento della base occupazionale. Una risposta puo'
venire proprio dalla innovazione tecnologica, che fornira' le basi
per l' estensione della domanda di servizi, e quindi di nuovi posti
di lavoro, sulle attivita' terziarie. L' A. sottolinea anche la
mobilita' elettorale propria del Mezzogiorno, dalla quale puo'
derivare una sfida riformista. Secondo l' A. la questione meridionale
non si identifica con l' intervento straordinario, che, pero', e'
ancora necessario, ma in una piena integrazione con le politiche
nazionali. L' A. auspica il completamento, con una nuova legge di
riforma, della legislazione meridionalistica che e' stata interessata
da un primo stralcio di riforma con la l. 1 dicembre 1983, n. 651.
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