| L' A. sottolinea l' importanza di un problema che va affrontato in
sede di riforma delle pensioni; si tratta delle conseguenze del
passaggio dalle pensioni "contributive" a quelle "retributive",
commisurate cosi' alle retribuzioni effettivamente percepite negli
ultimi anni. Cosi', infatti, vengono favoriti coloro che fanno una
buona carriera, quanto meno sotto l' aspetto economico, nei riguardi
dell' operaio che, a fine lavoro, ha un salario molto superiore a
quello iniziale. L' A. auspica percio' il ritorno ad una pensione
commisurata ai contributi realmente versati, tenuto conto, anche,
della probabile evoluzione nelle modalita' di svolgimento dell'
impegno lavorativo. Afferma, poi, che in una simile ottica, ognuno
dovrebbe poter smettere di lavorare quando crede, salvo percepire la
pensione al raggiungimento di un' eta' scelta dall' interessato fra i
55 e i 65 anni.
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