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| IDG841304970 | |
| 84.13.04970 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
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| Ando' Salvo
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| Tra P.A. e giudice penale. Perche' c' e' stata la tensione
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| Intervento al convegno sul tema "La Pubblica Amministrazione e il
Giudice penale", Firenze, dicembre 1984
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| Avanti, an. 88 (1984), fasc. 300 (23 dicembre), pag. 9
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| D511
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| (Sommario: Occorre ripensare a una riforma dei rapporti tra il potere
giudiziario e le Pubblica Amministrazione)
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| L' A. esprime la sua contrarieta' all' istituzione di un qualsiasi
vincolo politico all' autonomia del magistrato, in particolare del
P.M.. Rileva, altresi', la decisa contrarieta' della Magistratura
all' introduzione di un qualsiasi "filtro" ancorche' nell' ambito
dell' ordine giudiziario, per i provvedimenti giudiziari piu' gravi
nei confronti di pubblici amministratori. I rapporti tra giudice
penale e p.a. sono diventati piu' difficili, sostiene l' A., per il
fatto che le norme penali in materia di reati contro la p.a. sono
attualmente "inattendibili", perche' si riferiscono ad un modello di
p.a. che non esiste piu'. Sono cambiate non soltanto le forme dell'
organizzazione amministrativa, ma le attivita' atipiche di essa
tendono a dilatarsi in modo inarrestabile. Illustrata l' evoluzione
dell' attivita' amministrativa che si e' verificata in Italia in
questi ultimi anni, l' A. sostiene che occorre ripensare ad una
riforma dei rapporti tra p.a. e potere giudiziario. Delineate le
linee portanti di questa riforma, l' A. ne precisa i principali
profili: riduzione dell' applicazione del peculato per distrazione, a
certe condizioni; ridefinizione della norma dell' interesse privato
in atti d' ufficio; eliminazione della norma di abuso innominato;
ridefinizione della disciplina delle ipotesi di corruzione.
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| Rassegna stampa a cura di: G. Ipsevich, S. Stoppoloni, E. Zampetti
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