| L' A., membro del Cons. Sup. Mag., si richiama a certe proteste di
parte della stampa contro sentenze ritenute lesive del diritto di
liberta' di informazione, per svolgere alcune riflessioni su questo
tema e sui rapporti tra Magistratura e stampa. In primo luogo il vero
problema e' costituito dalle leggi sulla stampa e, in particolare,
sulla diffamazione, che sono confuse e inadeguate. I reati di
opinione, poi, sono ancora "scritti tali e quali nel codice
fascista", come se l' art. 21 Cost. non ci fosse. C' e' da
rabbrividire, afferma l' A., se la Magistratura avesse applicato
queste norme in tutto il rigore del loro contenuto letterale. I
magistrati, al contrario, per primi hanno chiesto da tempo una
normativa chiara sul segreto dei giornalisti, che conceda maggiore
spazio all' informazione. Se questo non accade e' perche' da anni,
ormai, stampa e Magistratura stanno esercitando il loro dovere di
controllo e di inchiesta sul potere politico. Se, quindi, si
scontrano fra di loro fanno il gioco di chi non sopporta questo
controllo. Liberta' di informazione e autonomia della Magistratura
sono valori comuni inscindibilmente connessi: se uno di questi valori
viene meno, anche l' altro e' irrimediabilmente travolto.
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