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36152
IDG841305186
84.13.05186 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
Bersani Pio
Un decreto che riduce l' autofinanziamento
Sole, an. 120 (1984), fasc. 286 (4 dicembre), pag. 11
D18930; D23076
L' A. procede all' analisi del d.l. 28 novembre 1984, n. 791, il c.d. "decreto sui titoli di Stato", esaminandone prima i presupposti e le finalita'. I presupposti sono da ricercare nel fenomeno di imprese che ricorrevano all' indebitamento oneroso per investire in titoli di Stato esenti da imposta; le finalita' sono quelle di "chiudere - come ha dichiarato il ministro Goria - unasituazione insopportabile e dare trasparenza ai flussi finanziari". L' A. procede, poi, ad una valutazione sul merito del decreto. Tale valutazione, sostiene l' A., non puo' che essere negativa, in quanto il provvedimento, anziche' agire sulle cause all' origine del fenomeno, finisce con l' essere esso stesso causa di ancor piu' gravi sperequazioni, introducendo nel sistema tributario uno strumento cieco e punitivo. Infatti, con l' istituzione di una presunzione di legge secondo cui in presenza di redditi da titoli pubblici si rende automaticamente indeducibile un corrispondente importo di interessi passivi, si uccide il principio dell' inerenza fra costi e ricavi su cui poggia l' ordinamento fiscale vigente. A questa valutazione negativa se ne aggiungono altre due: il momento della scelta dell' intervento; il fatto che non e' stato tenuto conto che la questione era gia' stata sostanzialmente risolta, alla fine del 1983, con l' introduzione dell' imposta di conguaglio. Il provvedimento, infine, annullando una parte di possibile autofinanziamento, peggiora l' economia delle imprese. Meglio sarebbe stato, sostiene conclusivamente l' A., dichiarare apertamente non piu' esenti i redditi dei titoli pubblici posseduti dalle imprese.
d.l. 28 novembre 1984, n. 791
Rassegna stampa a cura di: G. Ipsevich, S. Stoppoloni, E. Zampetti



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