Banche dati professionali (ex 3270)
Stampa giuridica

Documento


36190
IDG841305224
84.13.05224 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
Mereu Italo
Il grande illuminista lombardo non fu mai un pensatore rivoluzionario ma piuttosto un riformatore prudente. La fortuna di essere Beccaria
Sole, an. 120 (1984), fasc. 297 (16 dicembre), pag. 13
D5031; F4251; D50
L' A. prende spunto dalla pubblicazione dell' edizione nazionale delle opere di Cesare Beccaria, per svolgere una riflessione sulla vicenda del pensiero di questo illuminista. Beccaria e' stato esaltato per una serie di idee che non aveva mai avuto, mentre sono rimasti ignorati i meriti effettivi che aveva. Cosi' il suo libro "Dei delitti e delle pene" e' diventato una specie di bandiera contro la pena di morte, mentre il Beccaria non e' stato mai contro l' applicazione di tale pena. Ha esaltato, poi, l' ergastolo non come una pena piu' umana o piu' "dolce", ma, al contrario, proprio perche' e' piu' "bestiale", di maggior durata e serve di piu' come esempio. Il merito di Beccaria, sostiene l' A., e' quello di aver posto sul tappeto il problema penale. Si ha, leggendo Beccaria, l' esatta sensazione che l' umanita' in questo campo, in genere in tutto il campo penale e processuale, e' rimasta ancora al Medio Evo. Uno dei meriti di Beccaria e' proprio questo, di aver messo in evidenza tutte le storture che fanno del diritto penale e processuale una tecnica di potere, e di aver avanzato cautamente alcune possibili riforme.
Rassegna stampa a cura di: G. Ipsevich, S. Stoppoloni, E. Zampetti



Ritorna al menu della banca dati