| L' A. prende spunto dalla pubblicazione dell' edizione nazionale
delle opere di Cesare Beccaria, per svolgere una riflessione sulla
vicenda del pensiero di questo illuminista. Beccaria e' stato
esaltato per una serie di idee che non aveva mai avuto, mentre sono
rimasti ignorati i meriti effettivi che aveva. Cosi' il suo libro
"Dei delitti e delle pene" e' diventato una specie di bandiera contro
la pena di morte, mentre il Beccaria non e' stato mai contro l'
applicazione di tale pena. Ha esaltato, poi, l' ergastolo non come
una pena piu' umana o piu' "dolce", ma, al contrario, proprio perche'
e' piu' "bestiale", di maggior durata e serve di piu' come esempio.
Il merito di Beccaria, sostiene l' A., e' quello di aver posto sul
tappeto il problema penale. Si ha, leggendo Beccaria, l' esatta
sensazione che l' umanita' in questo campo, in genere in tutto il
campo penale e processuale, e' rimasta ancora al Medio Evo. Uno dei
meriti di Beccaria e' proprio questo, di aver messo in evidenza tutte
le storture che fanno del diritto penale e processuale una tecnica di
potere, e di aver avanzato cautamente alcune possibili riforme.
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