| L' A. affronta il problema del rapporto fra Governo e Parlamento,
osservando che uno dei nodi principali e' rappresentato dall' accusa,
rivolta da molti al Parlamento, di non consentire al Governo di
perseguire il proprio programma. L' A. rileva l' opportunita' di
approfondire l' esame dei disegni di legge governativi non approvati;
il loro numero, nelle prime 4 legislature, e' stato piuttosto esiguo,
ma e' poi decisamente aumentato: da una media del 17,5% nelle prime
legislature, si e' passati a una media del 39,2%, con una punta del
44,7% nella VII legislatura. E' assai significativo il fatto che la
maggior parte dei disegni non approvati sono quelli che arrivano alla
fine della legislatura senza essere mai discussi; cio' e' spiegabile
essenzialmente in due modi: i disegni di legge governativi sono
spesso delle semplici bozze, che richiamano l' attenzione del
Parlamento su qualche problema, e sulle manca il pieno accordo da
parte della maggioranza. Altre volte, i ministri presentano un
progetto che sanno benissimo non verra' mai discusso e tanto meno
approvato, ma che funziona come "carta di credito" nei confronti
degli elettori. Da questa analisi, afferma l' A., emerge chiaramente
che e' errata la tesi di alcuni, secondo cui il Governo non riesce a
perseguire il proprio programma a causa dell' azione delle
opposizioni; sono quindi da respingere le proposte di riforma
istituzionale che puntano su un ridimensionamento del ruolo delle
opposizioni, perche' non sono queste le vere responsabili della
scarsa efficienza governativa.
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