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Documento


36579
IDG851300274
85.13.00274 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
Massaro Marino
I partiti concordano sulla necessita' di riformare i regolamenti per migliorare la produttivita' legislativa del Parlamento. Da corsia preferenziale a binario morto
Sole, an. 121 (1985), fasc. 2 (3 gennaio), pag. 3
D021150
Tutte le forze politiche concordano sulla necessita' di migliorare la produttivita' del Parlamento e di ridurre il ricorso alla decretazione d' urgenza. Le indicazioni, in generale, sono per la delegificazione, la riforma dei regolamenti, la realizzazione delle "corsie preferenziali". Viene riportata una serie di prese di posizione di esponenti politici. Giorgio Napolitano: occorre limitare istituzionalmente il ricorso ai decreti legge e rafforzare, in via regolamentare, la possibilita' di procedimenti abbreviati per progetti urgenti sia del Governo che dei Gruppi. Filippo Cavazzuti: la causa di molti problemi e' da ricercare nella cattiva organizzazione dei lavori parlamentari. Antonio Del Pennino: il Parlamento si occupa di troppi problemi minuti, per la mancanza di un' ampia riserva amministrativa; in molti casi l' iniziativa legislativa rappresenta, per molti parlamentari, un mezzo per acquisire particolari consensi elettorali. Fabio Fabbri: il Parlamento funziona a basso regime; occorre cancellare la "terza Camera" rappresentata dalle Commissioni bicamerali e occorre riformare i regolamenti ipergarantisti. Dante Schietroma: tra le cause della scarsa produttivita' vanno annoverate le "leggine". Beppe Facchetti: il ricorso al decreto legge, spesso, e' l' unico mezzo per superare ostacoli e ritardi dovuti al particolare rapporto tra Governo e Parlamento e tra maggioranza e opposizione; occorre realizzare le indicazioni della Commissione bicamerale per le riforme istituzionali. Francesco D' Onofrio: causa di tanti ritardi e difficolta' e' il nodo politico degli aspetti di democrazia consociativa che convivono, con difficolta', con l' esigenza di un nuovo ruolo di maggioranza e opposizione. Tarcisio Gitti: in questo ambito gioca in modo decisivo l' atteggiamento ambiguo del PCI che oscilla tra schemi consociativi e la pratica di un confronto chiaro, tipico della democrazia dell' alternanza.
Rassegna stampa a cura di: G. Ipsevich, S. Stoppoloni, E. Zampetti



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