| L' A. analizza le cause per cui ritiene che saremo costretti a
convivere con l' emergenza, sia terroristica che della criminalita'
organizzata. Non ritiene, pero', che si debba convivere per sempre
con un' amministrazione della giustizia che si svolga sotto il segno
dell' emergenza. Traccia, quindi, le linee di una politica
penalistica che preveda un' inversione di tendenza. Sul piano
legislativo dovrebbero trovare un inquadramento organico, anche
attraverso una riforma del codice, la legislazione "premiale" sul
terrorismo, i nuovi profili della custodia preventiva, le misure
alternative alla detenzione, la normativa in materia di
intercettazioni telefoniche e di perquisizioni, nonche' quella sulla
comunicazione giudiziaria. Sul piano giudiziario occorrera' trovare
un accordo per responsabilizzare il giudice per i provvedimenti
abnormi emessi nell' esercizio delle sue funzioni, onde evitare che,
con la motivazione dell' emergenza, possano essere giustificate
decisioni e prassi non sempre in linea con una corretta
interpretazione della normativa in vigore.
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