| L' A., presidente dell' Associazione Nazionale Magistrati, prende
spunto dalle reazioni, in alcuni casi violente, suscitate dalla
sentenza di condanna a pene varie di Vincenzo Muccioli e di alcuni
suoi collaboratori imputati di reati comuni commessi nell'
assolvimento della loro attivita' nella comunita' terapeutica di S.
Patrignano, per svolgere alcune considerazioni. Di fronte alle
carenze della l. 22 dicembre 1975, n. 685 sono sorte in Italia
numerose comunita' terapeutiche per la cura e la riabilitazione dei
tossicodipendenti. Queste comunita' operano al di fuori di ogni
regolamentazione giuridica. Non e', pero', ammissibile, sostiene l'
A., che in queste comunita' siano riconosciuti poteri coercitivi gia'
contestati e repressi nei manicomi. Si rende necessario l' intervento
del legislatore, in assenza del quale il giudice, davanti a
determinati, accertati, comportamenti ha il dovere di applicare il
codice penale vigente. L' A. respinge con energia certi atteggiamenti
polemici assunti dal ministro della Sanita' e da alcuni parlamentari
che invece, sostiene l' A., avrebbero fatto meglio a predisporre un
razionale assetto normativo per il settore e a colmare sul piano
legislativo carenze e lacune.
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