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36931
IDG851300626
85.13.00626 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
Visentini Bruno
Autonomia impositiva. Troppi rischi se e' il Comune a tassare
Sole, an. 121 (1985), fasc. 43 (23 febbraio), pag. 1
D1897
In un editoriale non firmato (gia' riassunto), apparso su questo giornale, si sosteneva l' opportunita' di attribuire autonomi poteri impositivi ai Comuni, come elemento di freno della spesa e strumento di controllo degli elettori sugli amministratori locali. L' A., ministro delle Finanze, sviluppa in 5 punti una serie di motivi per sostenere che il problema dell' autonomia impositiva locale e' piu' complesso e difficile di quanto si ritiene da piu' parti: occorre evitare che nuove imposte comunali si aggiungano alle esistenti imposizioni erariali, come e' avvenuto per la sovrimposta comunale sui fabbricati (SOCOF); ricorre la necessita' di inserire norme rigorose di controllo sulle spese dei Comuni e limitazioni nelle competenze decisionali degli organi locali; mancanza di certezza sulla possibilita' di un piu' diretto controllo e di una piu' responsabile valutazione da parte dell' elettorato sulle gestioni delle amministrazioni comunali; necessita' di evitare il riformarsi di una burocrazia tributaria da parte dei Comuni, e di evitare che alla discrezionalita' impositiva si accompagni anche una discrezionalita' nella applicazione dei tributi. In conclusione, afferma l' A., il problema dell' autonomia impositiva degli Enti locali e' complesso e appare dottrinario e illuministico pensare a meccaniche corrispondenze fra l' autonomia impositiva, da un lato, e la riduzione delle spese e il giudizio degli elettori, dall' altro.
Rassegna stampa a cura di: G. Ipsevich, S. Stoppoloni, E. Zampetti



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