| 37154 | |
| IDG851300849 | |
| 85.13.00849 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
| |
| Bertoni Raffaele
| |
| Opinione. "No" a leggi speciali di perdono
| |
| | |
| | |
| | |
| | |
| | |
| Mattino, an. 94 (1985), fasc. 73 (26 marzo), pag. 2
| |
| | |
| D50126; F4252; D5101
| |
| | |
| | |
| | |
| | |
| L' A. rileva che la sentenza della Corte d' Assise d' Appello di Roma
per l' assassinio di Moro sembra avere incoraggiato i fautori di un
"perdono" per i terroristi; verso un atteggiamento genericamente
disposto al perdono volgono motivazioni differenti, ma convergenti.
Osserva peraltro che fra la gente comune non c' e' molta
disponibilita' ad archiviare gli anni di piombo, e che non ci sono
ragioni valide per fare questo; illustra, anzi, vari motivi che lo
sconsigliano. Infatti, ogni terrorista che torna in liberta' e'
potenzialmente un militante in piu' per un' eventuale ripresa della
lotta armata; siffatta iniziativa si potrebbe anche interpretare come
una legittimazione postuma del terrorismo. Conclude che la
dissociazione puo' e deve avere effetti specifici solo all' interno
del processo, come ogni altra forma di ravvedimento; leggi speciali
di perdono non si possono approvare. Lo Stato deve rifiutare la
logica della rimozione strisciante di un passato ch' e' ancora
vicino; cio' non toglie nulla alla nobilta' dei familiari delle
vittime, che hanno perdonato gli assassini dei loro cari.
| |
| | |
| Rassegna stampa a cura di: G. Ipsevich, S. Stoppoloni, E. Zampetti
| |