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| IDG851300867 | |
| 85.13.00867 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
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| Matteucci Nicola
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| Pentiti ossia i furbi all' italiana
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| Nazione, an. 127 (1985), fasc. 59 (10 marzo), pag. 1
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| D50126; F4252
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| L' A. analizza il fenomeno dei c.d. "pentiti", rilevando che la l. 29
maggio 1982, n. 304 e' nata per sconfiggere il terrorismo e, quindi,
riservata ai terroristi. Col passare del tempo si e' instaurata la
prassi occulta di estenderla anche alla criminalita' comune. Il
pentimento riguarda il foro interno della coscienza. Mentre il
terrorista si puo' presumere che sia un vero pentito, sostiene l' A.,
e' piu' difficile ravvisare il pentimento nel mafioso, nel camorrista
nell' amministratore disinvolto, nel corruttore. Nell' animo di
questi soggetti albergano sentimenti diversi da quelli dettati dalla
presa di coscienza della sconfitta della rivoluzione. Per diversi
motivi costoro puntano ad uno scambio col potere giudiziario. Troppo
spesso le testimonianze di questi "pentiti" vengono prese per vere al
cento per cento, senza tener presente che essi non sono testimoni
disinteressati. Il pentitismo di massa diffuso puo' mettere in crisi
lo Stato di diritto e anche paralizzarlo. Le confessioni dei pentiti
sembrano ristabilire la vecchia legge giacobina dei sospetti e la
criminalita' organizzata puo' addirittura utilizzare il falso
pentimento per lottare ancora contro lo Stato.
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| l. 29 maggio 1982, n. 304
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| Rassegna stampa a cura di: G. Ipsevich, S. Stoppoloni, E. Zampetti
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