| L' A. (vicepresidente della Camera dei Deputati) manifesta sorpresa
perche' il ministro Spadolini, fautore dell' esigenza di affrontare
l' emergenza morale, si oppone alla proposta del ministro
Martinazzoli di spezzare il legame criminoso fra corruttori e
corrotti. Infatti, l' A. sottolinea che l' attuale normativa, punendo
in pari misura, per un medesimo fatto, tanto il corrotto che il
corruttore li pone in condizione di potersi difendere reciprocamente;
la circostanza rende poi arrogante e diffuso il mercimonio nel
settore della p.a.. Di fronte alla sostanziale impunibilita' del
pubblico ufficiale infedele, la societa' deve difendersi, e lo puo'
fare concedendo la non punibilita' a chi denuncia la corruzione.
Questo potra' valere anche come deterrente, perche' il pubblico
ufficiale, prima di lasciarsi corrompere, dovra' considerare che si
mettera' nelle mani del corruttore. L' A. conclude che la concessione
di cui si parla portera' di certo a un forte contenimento del
deprecato fenomeno della corruzione; la questione e' seria, e non si
puo' liquidarla con qualche battuta.
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