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| IDG851300931 | |
| 85.13.00931 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
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| Tosi Silvano
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| Il servitore dello Stato deve essere punibile
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| Resto del carlino, an. 100 (1985), fasc. 72 (25 marzo), pag. 2
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| D511; D50126; F4252
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| L' A. ritiene che il Consiglio dei ministri debba bloccare il
progetto di legge predisposto dal ministro Martinazzoli sulla
repressione penale dei reati contro la P.A., in quella parte che
prevede la figura del "corruttore pentito". Il quale prevede, cioe',
la non punibilita' per i corrotti o i corruttori che, entro sei mesi
dal fatto delittuosi e comunque prima che sia stato aperto un
procedimento, collaborino volontariamente con la giustizia,
permettendo l' accertamento dei reati e l' individuazione dei
responsabili. L' A. sostiene che il "pentitismo" deve scomparire
dalle nostre leggi con la scomparsa della straordinaria
eccezionalita' che lo ha giustificato. La sua estensione ai casi di
corruzione potrebbe addirittura aggravare il malcostume, inducendo il
corrotto a sottostare ai ricatti del corruttore che minacciasse di
autodenunciarsi. Inoltre, la previsione di casi di non punibilita'
per i dipendenti dello Stato "pentiti" sarebbe nettamente in
contrasto con la Costituzione.
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| art. 28 Cost.
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| Rassegna stampa a cura di: G. Ipsevich, S. Stoppoloni, E. Zampetti
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