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| IDG851301068 | |
| 85.13.01068 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
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| Mannacio Giorgio
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| Caro dirigente, retrocedi in serie B.
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| Espansione, an. 16 (1985), fasc. 178, pag. 192-193
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| D710; D7449
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| (Sommario: Secondo la legge non si puo' tornare indietro, ma per i
manager non e' sempre cosi')
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| L' A., partendo dal contenuto dell' art. 13 dello statuto dei
lavoratori, per cui il datore di lavoro non e' libero di attribuire
al dipendente la categoria che crede piu' opportuna, ma quella
corrispondente alle mansioni di fatto svolte e che il datore puo'
spostare il dipendente solo nell' ambito di mansioni equivalenti e
non puo' ridurgli la retribuzione, esamina le diverse ipotesi che
possono crearsi a seconda che si tratti di posti di lavoro assistiti
da un regime di stabilita', ovvero non garantiti (ad esempio i
dirigenti). La differenza sostanziale fra le due posizioni, scrive l'
A., si trova nel fatto che nel primo caso il licenziamento o lo
spostamento a svolgere mansioni diverse (anche inferiori) puo'
avvenire solo se e' prevista la soppressione del posto di lavoro
originario; nel secondo caso l' alternativa fra il licenziamento e la
nuova collocazione puo' avvenire anche se il posto superiore esiste
ancora oppure e' possibile un recupero del dirigente in posizione
equivalente.
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| l. 20 maggio 1970, n. 300
art. 3 l. 15 luglio 1966, n. 604
art. 2120 c.c.
art. 13 l. 20 maggio 1970, n. 300
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| Rassegna stampa a cura di: G. Ipsevich, S. Stoppoloni, E. Zampetti
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