| L' A., rifacendosi a quanto gia' detto a proposito dell' antologia
"Liberalism and its critics" curata da Michael Sandel dove si
sottolineava la prevalenza, nel liberalismo anglo-americano, di un
giusnaturalismo teso piu' alla completa tutela delle liberta' dell'
"io", in questo articolo riporta anche gli indirizzi opposti,
propensi ad una filosofia comunitaria che trova Hannah Arendt e lo
stesso Sandel fra i portatori dei maggiori contributi teorici.
Citando Sandel, l' A. indica il filosofo politico comunitario come
sostenitore del rifiuto dell' idea di "individui astratti dalla
storia con i loro astratti diritti", questo soggetto e' invece
disposto a sacrificare liberta' individuali a valori comuni. Per il
liberale vi e' la preferenza per le grandi associazioni razionali,
primo lo Stato, cui si trovano di fronte con larghi spazi di liberta'
i singoli; per il comunitario vi e' la preferenza a favore di forme
minori e intermedie di associazione a base familiare, sociale,
tradizionale. Secondo l' A. questa situazione e' la stessa di fronte
alla quale si trova attualmente la cultura italiana; passato,
infatti, il "sessantotto", contro l' individualismo liberale si
trova, oggi, una filosofia comunitaria multiforme, basata sull'
antico terreno cattolico oppure spuntata anche nella sinistra. Nel
campo dell' elaborazione culturale, l' A. cita Pietro Rescigno. L' A.
comunque sottolinea che l' individualismo liberale nella nostra
cultura sia sospettabile di essere frutto di una "verniciata
intellettuale", rispetto alla ben piu' radicata tradizione culturale
anglo americana, e quindi corrente di pensiero ben piu' resistibile.
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