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37392
IDG851301087
85.13.01087 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
Goria Giovanni; (a cura di Rampini Federico)
Intervista. Goria spiega: "Il salario d' ingresso funziona cosi'"
Mondo economico, an. 38 (1985), fasc. 11 (21 marzo), pag. 27-28
(testo con tabelle e/o grafici)
D77; F3212; D7440; D771
Nel corso dell' intervista, il ministro del Tesoro spiega che l' idea di un "salario d' ingresso", ovvero ridotto rispetto a quello previsto per lo svolgimento delle stesse mansioni, e' nata dal fatto che nelle aziende si evita di assumere giovani, con scarsa esperienza di lavoro, in quanto se, teoricamente, il salario di un nuovo assunto corrisponde alla meta' di quello raggiunto da chi e' al massimo della carriera, nella realta' fra scala mobile, trattenute fiscali ed eventuali carichi di famiglia, la differenza si riduce a poco piu' del 20%, per cui se il mercato del lavoro e' in grado di sviluppare occupazione bisogna accettare uno sconto sulla retribuzione; e i giovani, secondo l' intervistato, bisogna comprendano che il raffronto non lo devono fare tra le diverse retribuzioni, ma tra la disoccupazione e il salario ridotto. Nel proseguimento dell' intervista il ministro non puo' non rilevare l' eventuale contrasto fra la proposta e gli artt. 36 e 37 Cost. che prevedono la parita' di retribuzione a parita' di lavoro, per altro ovviabile se a livello di contrattazione collettiva si prevedessero figure diverse cosi' da consentire tale operazione, come gia' fatto a proposito dell' istituto dell' apprendistato, anche se quest' ultimo e' nato da esigenze diverse quali la formazione di forza lavoro priva di qualunque specializzazione, mentre in questo caso ci troviamo di fronte a soggetti gia' qualificati professionalmente.
art. 36 Cost. art. 37 Cost.
Rassegna stampa a cura di: G. Ipsevich, S. Stoppoloni, E. Zampetti



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