| L' A., dopo aver rilevato che grazie alle discipline della filosofia
e della sociologia del diritto i giuristi sono stati strappati da una
sorta di isolamento "culturale", verificando il manifestarsi anche in
Italia del sorgere di un indirizzo scientifico di "analisi economica"
del diritto, si pone la domanda su che cosa consista tale movimento.
La risposta, dice lo stesso A., dipende dalle diverse posizioni dei
singoli autori che si occupano di questo studio. L' A. parte dallo
studio di Roger Bowles "Diritto e economia" introdotto (nella
traduzione italiana) da Guido Alpa. In sostanza l' analisi economica
del diritto, secondo il richiamato testo, consiste nell' accertamento
costi-benefici degli istituti giuridici nella fase in cui si formano
e nel momento in cui dispiegano i loro effetti. Secondo l' A. un'
ottima scienza tanto per i legislatori quanto per gli interpreti: la
comprensione degli interessi economici in gioco e una stima della
loro rilevanza puo' costituire un' efficace guida per non finire in
decisioni produttive di danno sociale. Dove il ragionamento in
termini economicistici applicato ai fenomeni giuridici non sembra
reggere e' laddove si vuol vedere i "delinquenti", dice l' A.,
eseguire calcoli razionali sul beneficio ricavato da un reato in
rapporto al costo della sanzione; e in questo caso le forzature del
pensiero, avverte l' A., scadono in provincialismo dottrinario, in
quanto tutti i fenomeni non possono spiegarsi con un unico sistema di
analisi.
| |