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Documento


37455
IDG851301150
85.13.01150 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
R.V.
Interrogativi dopo l' assoluzione con formula piena di Giuliano Naria. Il magistrato che commette errori non deve dare neppure spiegazioni
Avanti, an. 89 (1985), fasc. 81 (16 aprile), pag. 1
D637
L' A. prende spunto dalla vicenda giudiziaria di Giuliano Naria, vicenda che viene esposta, per affrontare il tema dell' errore del giudice in generale. Secondo l' A., la messa in stato d' accusa, spesso, diventa un "working in progress": prima si considera colpevole un individuo, lo si arresta con qualche imputazione e successivamente si aggiusta la mira degli addebiti penali da rivolgergli. La carcerazione diventa, cosi', un mezzo di pressione per ottenere rivelazioni e confessioni. Solo alla fine, poi, si puo' scoprire che la persona arrestata e detenuta era innocente. In questo caso il magistrato non e' chiamato neppure a spiegare i propri errori. Tutti i poteri dello Stato sono inseriti in un sistema di controlli e di bilanciamenti reciproci, eccetto la Magistratura. Da qui, conclude l' A., l' esigenza di affrontare una riforma della giustizia, riforma divenuta sempre piu' improrogabile.
Rassegna stampa a cura di: G. Ipsevich, S. Stoppoloni, E. Zampetti



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