| Rilevate le piu' gravi deficienze dell' amministrazione della
giustizia nell' attuale momento, l' A. sostiene che, pur in presenza
di situazioni di emergenza, non e' pensabile che possano radicarsi
pratiche giudiziarie che determinino pericolose riduzioni degli spazi
di liberta' riconosciuti ai cittadini. Quasi che il cittadino, nei
tempi difficili, debba tornare ad essere un suddito e non un titolare
di diritti. Non c' e' emergenza che tenga, afferma l' A., allorche'
si tratta di mantenere fermi i principi fondamentali dello Stato di
diritto. Occorrono, quindi, riforme processuali e ordinamentali
idonee a far venir meno le ragioni di supplenze e sconfinamenti nati
dallo stato di necessita'. Occorre stabilire, ove necessario, nuove
regole, nuove garanzie e, in primo luogo, occorre rispettare le
regole tradizionali del garantismo giudiziario. L' A. affronta, poi,
il problema del diritto alla difesa che, in concreto, fa vivere i
valori del garantismo.
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