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38916
IDG851302612
85.13.02612 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
Ando' Salvo
Una giustizia autonoma ma non irresponsabile. Quell' intesa tra giudici e pentiti
Avanti, an. 89 (1985), fasc. 213 (22 settembre), pag. 5
D50126; F4252
L' A. si richiama alla sentenza pronunciata al processo di Napoli alla nuova camorra, sentenza che ha visto la condanna anche dell' eurodeputato Enzo Tortora, per affrontare il tema generale del ruolo dei pentiti nel processo penale. L' A. sostiene che non c' e' legge che possa costringere il giudice a ritenere che le affermazioni di un pentito possano esonerare l' investigatore e il giudice stesso da accertamenti minuziosi, seri, credibili e convincenti. In assenza di cio' si viene a costituire agli occhi dell' opinione pubblica un pericoloso circuito fiduciario tra giudici e pentiti, fatto di intese e solidarieta' tra gli uni e gli altri, che alla fine diventano totali. Si tratta di un rapporto di fiducia che se non chiarito attraverso l' esibizione di fatti, di utilita' specifiche comprovate per la giustizia, rischia di diventare fonte di pericolosi equivoci e contrasti. L' A. esprime la sua contrarieta' nei confronti di una cultura giuridica e di una pratica giudiziaria che si dimostrano sempre piu' insofferenti nei confronti di vincoli, di prescrizioni sancite dalla legge.
Rassegna stampa a cura di: G. Ipsevich, S. Stoppoloni, E. Zampetti



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