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Documento


38942
IDG851302638
85.13.02638 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
Sena Giuseppe
Povero software, per difenderlo ci vorrebbe una legge
Corr. sera, an. 110 (1985), fasc. 193 (5 settembre), pag. 15
F79; D311321; D30008
L' A. (ordinario di Diritto industriale all' Universita' di Milano) osserva che l' informatica crea crescenti problemi di protezione della sfera privata; cio' vale non solo nei rapporti tra cittadini e potere pubblico, ma anche nei rapporti fra gli enti privati e le persone che con essi vengono in contatto. Problemi diversi derivano poi dalla necessita' di proteggere giuridicamente i risultati che si ottengono con gli elaboratori: in particolare, e' sempre piu' sentita l' esigenza di proteggere il frutto del lavoro e dell' ingegno da possibili riproduzioni, che rappresentano dei veri e propri furti. L' A. ritiene che il diritto d' autore sia ancora il mezzo migliore per tutelare le opere ottenute; e' pertanto auspicabile che il legislatore aggiorni la normativa vigente, estendendola in modo esplicito all' informatica. In attesa che cio' avvenga, i giudici possono utilizzare la legge attuale in modo estensivo.
Rassegna stampa a cura di: G. Ipsevich, S. Stoppoloni, E. Zampetti



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