| L' A., prendendo spunto dai recenti procedimenti contro il
Procuratore Generale della Repubblica Sesti, ricorda come il giudice
serio, specialmente chi e' investito di un grande potere, debba
essere consapevole non solo della sua autonomia e indipendenza di
fronte a tutti, ma anche dei suoi limiti e responsabilita'. Nota
come, anche se alla radice di tanti straripamenti del potere
giudiziario c' e' l' inerzia dell' Esecutivo e del legislativo, cio'
non basti a legittimare la pretesa del giudice di esercitare poteri
che non sono suoi, e lo trascinano sul terreno della politica.
Concludendo, l' A. osserva che l' unica politica consentita alla
Magistratura dovrebbe consistere nella fedelta' alla Costituzione,
una fedelta' non bigotta, ma sempre tale da garantire ai cittadini l'
assoluta imparzialita' dei giudici.
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