| L' A. avverte che le disfunzioni della giustizia, civile, penale ed
amministrativa, piu' che alla inadeguatezza della legislazione, pur
esistente, sono dovute al forte incremento della domanda che ha
provocato un sovraccarico di lavoro non piu' sopportabile. In questa
situazione giudici e avvocati hanno notevoli difficolta' a mantenere
il proprio ruolo istituzionale e sociale, e scadono spesso nel
lassismo e nell' arretramento culturale; purtroppo, ora si verificano
fra le due categorie delle chiusure corporative che provocano duri
scontri; e' auspicabile che il contrasto non duri a lungo, perche' i
giudici e gli avvocati validi sono molti, e sono destinati ad andare
d' accordo. L' A. ritiene che il contrasto di oggi fra giudici e
avvocati si inserisca in un piu' vasto contrasto fra corporazioni che
affligge il Paese, e che vede la responsabilita' primaria dei
politici. Conclude auspicando che tutti si adoperino per un
miglioramento della giustizia, sia nelle leggi, sia nel costume.
| |