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| IDG851303299 | |
| 85.13.03299 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
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| Ferrajoli Luigi
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| L' articolo. Processo a mezzo stampa
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| Manifesto, an. 15 (1985), fasc. 261 (13 novembre), pag. 1
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| D6043; D0230; D02307
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| L' A. critica severamente il giudice istruttore di Milano, Guido
Salvini, per aver pubblicamente dichiarato che gli imputati per l'
omicidio Ramelli sono senz' altro colpevoli; e' infatti assai grave
che un giudice agisca in aperta violazione del segreto istruttorio e
dimenticandosi della presunzione di innocenza. Giustamente uno degli
imputati ha proposto la ricusazione del giudice Salvini: infatti, il
codice prevede fra i motivi di ricusazione il fatto che il giudice
esprima opinioni personali sui fatti al di fuori delle funzioni
giudiziarie. L' A. ammette che la buona fede del giudice Salvini e'
fuori discussione: il suo modo di agire e' proprio di ampi settori
della Magistratura formatisi durante il periodo dell' emergenza. L'
episodio dimostra come la prassi giudiziaria abbia profondamente
modificato il ruolo del giudice istruttore, oltre a quello del P.M.,
appiattendo il processo penale sull' accusa e comprimendo in maniera
preoccupante il ruolo della difesa. La "logica" del processo penale
nello Stato di diritto puo' dirsi ormai scomparsa.
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| Rassegna stampa a cura di: G. Ipsevich, S. Stoppoloni, E. Zampetti
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