| L' A. afferma che, a dispetto della classica tripartizione dei poteri
(legislativo, Esecutivo e giudiziario), le fasi della supplenza e
dell' emergenza hanno portato la Magistratura a esercitare, di fatto,
una funzione politica e amministrativa. Nella prima fase, il giudice
si surrogava in qualche misura all' esecutivo e al legislativo; nella
seconda, egli si trovo' di fronte il terrorismo, e si dovette
impegnare a gestire una guerra, perfino cruenta. In presenza di
questa attivita' concorrenziale, era fatale che il Cons. Sup. Mag.
divenisse l' esponente di una rivendicazione politica. Conclude
peraltro che ora e' necessario tornare nell' alveo naturale,
rifiutando fermamente il rischio del c.d. "governo dei giudici".
Ciascuno deve riassumere il suo ruolo, non di potere, ma di servizio:
questo e' il significato del messaggio del Capo dello Stato.
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