| Con il referendum sulla responsabilita' civile dei magistrati si
chiede di arbitrare una sorta di regolamento di conti fra politici e
Magistratura, dove le responsabilita' dei politici per il degrado
della funzione giudiziaria sono infinitamente piu' alte di quelle dei
giudici. L' A., comunque, sostiene che e' estremamente problematico
tipizzare la colpa grave del giudice, e di fatto i casi di condanna
si ridurrebbero ad alcune vendette risarcitorie di cittadini di alto
rango. Il cittadino, sostiene l' A., in certi casi dovrebbe essere
risarcito anche se il giudice avesse agito in piena e incensurabile
buona fede. La responsabilita' per i danni ingiusti, compresi quelli
cagionati dalla colpa grave di un giudice, appartiene per principio
allo Stato, cui va addebitato questo peso, con l' ovvio diritto di
rivalsa verso il giudice eventualmente colpevole. Queste riflessioni
inducono l' A. a sostenere che il rapporto tra cittadino e giudice
non puo' essere "privatizzato", come si vorrebbe con referendum. I
giudici, infatti, giudicano esercitando per delega un potere sovrano
dello Stato, e in questo risiede la limitazione della loro
responsabilita'. (Titolo: 3 col / Testo: 1 col).
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