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50170
IDG871304083
87.13.04083 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
Mereu Italo
Il verdetto palermitano dimostra che la credibilita' dell' accusa va costruita su solide prove documentali. Ma un pentito non fa fede
Sole, an. 123 (1987), fasc. 346 (18 dicembre), pag. 4
(testo con illustrazioni)
D68; D51310; F428
(Sommario: La "cupola" mafiosa e' ancora da demolire)
La Corte d' Assise di Palermo ha concluso con numerose condanne il maxiprocesso contro la mafia. Secondo l' A., occorre valutare il senso politico e non quello giudiziario di questo processo. Si tratta di una sentenza vecchio stile, ma senza la chiarezza e l' esemplarita' che da una sentenza "politica" ci si attendeva. L' A. ritiene che questo, come altri processi, peraltro annullati dalla Cassazione, e' stato possibile perche' si continua a pretendere di fare processi impostati e istruiti con tecniche da Medio Evo, con la vecchia logica medioevale che portava a lasciare impuniti coloro che si dichiaravano pronti a collaborare con la "giustizia", purche' tale collaborazione fosse premiata con la liberta' e il denaro. (Titolo: 7 col / Testo: 1.2 col).
Rassegna stampa a cura di: G. Ipsevich, S. Stoppoloni, E. Zampetti



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