| Rilevata la funzione dei partiti nel disegno costituzionale, secondo
il quale essi dovrebbero portare nelle istituzioni gli impulsi e le
sollecitazioni della societa', l' A. (vicesegretario del PLI)
sostiene che in realta' avviene, oggi, l' esatto contrario. Non sono
piu' i partiti ad accogliere e trasmettere le sollecitazioni della
societa', ma e' la societa' a subire le esigenze e gli interessi dei
partiti e dei loro apparati. Prevale, cosi', la "ragione di partito"
e, di conseguenza, i processi decisionali si attuano all' interno
degli apparati partitici, escludendo sostanzialmente la volonta'
popolare. Non sara' possibile una concreta riforma istituzionale se
non si procedera' prima ad una trasformazione dell' apparato di
partito, sottraendo il controllo dei meccanismi decisionali al
sistema delle tessere e della burocrazia interna per restituirlo a
chi vota, ristabilendo un rapporto diretto tra volonta' degli
elettori e gestione del partito. (Titolo: 2 col / Testo: 1 col).
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