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| IDG881301643 | |
| 88.13.01643 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
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| Pajardi Piero
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| Pornografia e mass media: il parere del giudice. La Costituzione
tradita in nome del costume che cambia
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| Avvenire, an. 21 (1988), fasc. 199 (30 giugno), pag. 12
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| (testo con illustrazioni)
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| D51711; D1871; D04017
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| L' A. (presidente della Corte d' Appello di Milano) critica la
recente giurisprudenza in materia di lotta alla pornografia,
affermando che non ha tenuto conto dei principi costituzionali in
materia, e in particolare dell' art. 21 Cost. Sia la Costituzione che
la legge ordinaria sulla tutela del buon costume sono state
disattese: gli organi giudiziari inquirenti solo raramente
intraprendono iniziative contro la pornografia, adducendo come
scusanti il cambiamento della mentalita' e la pretesa liberta' di
espressione che giustificherebbe la pornografia. L' A. osserva pero'
che il cambiamento di mentalita' e' tutto da dimostrare, e che la
Costituzione pone al centro la tutela della persona umana, che non
deve mai essere degradata a puro oggetto, cosa che invece avviene con
la pornografia. L' A. giudica particolarmente grave il dilagare della
pornografia nei messaggi pubblicitari e nei mezzi di comunicazione di
massa, che incide direttamente sulla crescita dei minori. Il problema
non riguarda comunque solo la tutela dei minori, perche' anche gli
adulti sono pesantemente condizionati dal bombardamento di messaggi
pornografici. L' A. conclude sollecitando la Magistratura ad una piu'
incisiva azione contro la dilagante pornografia. (Titolo: 4 col /
Testo: 3 col).
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| art. 21 Cost.
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| Rassegna stampa a cura di: G. Ipsevich, S. Stoppoloni, E. Zampetti
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