| Dopo aver ricordato che, oltre all' aborto volontario, esistono anche
l' aborto naturale e l' aborto derivato da condizioni di lavoro o
materiali o ambientali, l' A. afferma che e' merito delle donne aver
portato alla luce un fenomeno prima tenuto nascosto, e aver spinto
all' approvazione di una legge in materia. L' uso dell' aborto come
strumento di contraccezione era un fatto diffusissimo, che ora,
grazie alla legge, sta diminuendo; e il fatto che la legge affidi il
controllo della riproduzione alle donne riduce in modo drastico la
mortalita' per parto e aborto, nonche' la pratica, fino a qualche
tempo fa molto diffusa, dell' infanticidio. E' positivo che gli
uomini siano oggi costretti ad affrontare i temi legati alla
sessualita' e alla procreazione, ma deve rimanere fermo il principio
dell' autodeterminazione delle donne in fatto di aborto. Dopo aver
richiamato alcune correnti di pensiero in base alle quali "e' meglio
un aborto che svanisce nel nulla che una vita infelice", l' A.
conclude che se gli aborti fossero decisi non dalle donne ma da terzi
(medico e marito), non vi sarebbero proteste, almeno da parte laica.
(Titolo: 3 col / Testo: 2.2 col).
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